Sono numeri che lasciano sgomenti quelli che segnano i flussi migratori che passano attraverso il Mediterraneo e, conseguentemente, aggiornano il pallottoliere delle vittime tra coloro che hanno provato a fare la traversata senza riuscirci. Il primo, soprattutto: nel corso del 2015, tra gennaio e marzo, i migranti morti nel tentativo di attraversare il canale di Sicilia sono stati dieci volte di più di quelli registrati nel primo trimestre del 2014, quando ancora funzionava l’operazione di pattugliamento e salvataggio Mare Nostrum. Diciassette contro i 900 conteggiati finora, dai quali sono esclusi i 700 di ieri. Difficile che le cose andassero diversamente, vista la riduzione di compiti e spese che ha segnato il passaggio dalla missione guidata dalla Marina militare italiana all’attuale progetto Triton, coordinato dall’agenzia europea Frontex: Mare Nostrum costava 9,5 milioni al mese, Triton fa spendere all’Europa un terzo, 2,9 milioni, e prevede il pattugliamento delle sole acque prospicienti quelle territoriali italiane e maltesi, fino a 30 miglia dalla costa, sotto la guida di Viminale e Guardia di finanza (la missione della Marina si spingeva nelle acque internazionali a ridosso di quelle libiche)(…)
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Fonte: Il Mattino del 20 aprile 2015 autore Sara Menafra