Cons. Luigi Esposito Consiglio Comunale Napoli 28.01.13
Cari colleghi, care colleghe,
viviamo in una fase storica caratterizzata dall’incertezza e dalle difficoltà. Certo, potremmo definirlo un momento di profonde trasformazioni, ma sarebbe molto più appropriato e onesto chiamarlo col suo vero nome: un periodo di drammatico peggioramento nelle condizioni sociali ed economiche di moltissimi cittadini.
In questa situazione, risulta ancor più significativa la proposta del piano di rientro oggi in discussione che ci consente di evitare il dissesto e contestualmente ci offre l’irripetibile opportunità di realizzare una seria operazione di trasparenza sui conti dell’ente, gettando le basi per la consapevole costruzione di un migliore futuro per la città.
In particolare, all’interno del piano di rientro, il nuovo piano del fabbisogno del personale è, a mio parere, un esempio di buona, anzi di ottima politica. È un’azione coraggiosa, un’enunciazione di principio che va ben al di là dei suoi stessi contenuti e dimostra che è non solo possibile, ma doveroso non appiattirsi sulla crisi, ma trovare strategie e strumenti che ci mettano in grado di sfidarla e superarla.
Accanto alle severe misure non negoziabili previste dal decreto 174/2012 il piano contempla, infatti, nuove assunzioni per il Comune in funzione dei pensionamenti che di volta in volta si verificheranno in futuro. Qualora ciò accadesse, ovviamente nel rispetto dei vincoli di legge, per i giovani di questa città si archivierebbe la stagione delle buone intenzioni, delle promesse e delle speranze, si darebbero concrete risposte occupazionali a molti di loro, come agli idonei dell’ultimo concorso che da tempo attendono lo scorrimento delle graduatorie.
Soprattutto – e non mi sembra novità da poco – questo piano del fabbisogno non concede nulla alle vecchie logiche assistenziali. Al contrario, si prefigge l’obiettivo, ormai non più rinviabile, di rinnovare la macchina amministrativa del Comune, rendendo effettivamente praticabili nella quotidiana erogazione dei servizi le misure di sostegno sociale che qui dentro la politica organizza e pianifica.
Nonostante i sacrifici imposti dal Decreto 174 e proprio per le ricadute sui livelli occupazionali della città, questa proposta, in una prospettiva più ampia e più lungimirante, si pone in aperta controtendenza con gli orientamenti e le prassi che invalgono a Roma, sul piano nazionale, dove per troppi mesi ha finito per prevalere la cecità di un rigore dei conti avulso da qualsiasi tentativo di programmare sviluppo e occupazione. Si tratta di una proposta che ricorda a noi tutti gli orizzonti nobili, le finalità reali a cui la politica non deve mai smettere di guardare, neanche quando si concentra sui problemi tecnici e neppure se è costretta ad operare in congiunture particolarmente avverse sul versante finanziario.
Infine, è bene ricordarlo, anzi sottolinearlo: questa delibera con tutte le sue potenzialità di rinnovamento, nasce da un leale, costruttivo confronto fra l’amministrazione ed il consiglio, che hanno dimostrato di saper cooperare proficuamente alla soluzione dei problemi della città.
Ancora grazie per il vostro tempo e per l’attenzione.